
Il capo della Polizia di Colonia è stato rimosso dall’incarico, venerdì 8 gennaio, dopo l’ondata di critiche piovute sul corpo per non aver controllato e gestito una serie di violenze sessuali e di furti commessi da gruppi di uomini nella notte di capodanno. Le dimissioni sono pervenute quando la testimone di una violenza sessuale ha confessato all’opinione pubblica tedesca che i fatti dei quali lei era stata vittima in realtà sembravano coordinati. Una donna di 35 anni, Lieli Shabani, ha avuto il coraggio di rivelare di aver visto tre maschi di lingua araba che “con chiarezza davano istruzioni e dirigevano molti maschi”.
Il capo della Polizia di Colonia, Wolfgang Albers, 60 anni, era stato oggetto di critiche per la gestione dei fatti violenti accaduti nella notte di capodanno, anche in virtù di un rapporto nel quale emergevano le scandalose responsabilità dei poliziotti di stanza alla stazione centrale della città tedesca. Sembra che questi ultimi si siano lasciati sopraffare, senza intervenire, dagli eventi incredibili di cui narrano le donne vittime. Si tratta di almeno un centinaio di donne che hanno presentato querela per violenza sessuale e furto. Vi sarebbero perfino due casi di rapimento di persona.
In un primo tempo, venerdì 8 gennaio, la Polizia di Colonia aveva comunicato che Albers era stato invitato dal governo di Angela Merkel ad andarsene in pensione anticipata. In realtà, la questione del prepensionamento di Albers era stata discussa già dal governo regionale del Nord Reno-Westfalia, martedì. Da quel momento, Albers non ha più fatto ritorno nel suo ufficio. Lo stesso sindaco di Colonia, la signora Henriette Reker ha detto venerdì che la Polizia le aveva nascosto molte informazioni, e ha diffuso un comunicato al veleno: “la fiducia nel capo della Polizia di Colonia è stata scossa in modo significativo”.
Nel rapporto, pubblicato dal quotidiano Bild, si dice che le donne sono state costrette ad “affrontare energumeni, oltre ogni immaginazione”, nei pressi della stazione di Colonia. La signora Shabani, la testimone, ha rivelato di aver visto gli eventi dalla cattedrale, dove si era fermata per celebrare per la prima volta il capodanno a Colonia, otto mesi dopo essere arrivata come rifugiata dall’Iran. Ha detto di essere stata colpita dall’indifferenza della polizia: “sembrava che lasciassero accadere quelle cose. Ho visto gente sparare petardi tra la folla e la polizia restarsene all’esterno della piazza a braccia conserte”. Descrivendo ciò che lei stessa ha definito “tattica coordinata” tra gli uomini, Shabani ha detto: “ho visto che per un certo tempo tre uomini si erano messi a dare gli ordini. A gruppi di tre o quattro, alcuni uomini si muovevano verso di loro, ricevevano istruzioni e aggredivano le donne scelte tra la folla”. Prima dell’aggressione, la signora Shabani li ha visti mentre celebravano i loro atti con dei selfie.
A metà mattinata di venerdì, il ministro degli Interni tedesco aveva annunciato che 32 persone erano state identificate perché coinvolte nei fatti di violenza. Di questi, 18 sarebbero richiedenti asilo, sospettati di crimini che vanno dalla violenza sessuale al furto. I 32 sospettati sono stati riconosciuti grazie alle numerose telecamere. Per almeno tre di loro le accuse sono gravissime: rapimento, violenza sessuale e furto, ma la polizia non ha ancora reso i nomi. I sospettati sono nove algerini, otto marocchini, cinque iraniani, e quattro siriani. Due sono cittadini tedeschi, uno è iracheno, uno è serbo e uno è cittadino americano.
La nazionalità dei sospettati conferma quel che si temeva: in Germania, e in tutta Europa, si era all’inizio diffusa la voce che si trattasse esclusivamente di mussulmani. La voce era stata diffusa ad arte per scatenare la caccia all’islamico, a Colonia, come a Berlino, e a Roma, a Parigi e a Milano. E per costringere Angela Merkel a rivedere le politiche di accoglienza e delle porte dei migranti in Germania. La cancelliera, anche sulla scorta delle notizie false, in un primo momento si era lasciata trascinare e aveva parlato di nuove e più dure leggi per il rimpatrio forzato. Poi, sono arrivate le smentite, il rapporto della polizia, le testimonianze. Significativa la testimonianza di un giurista esperto di diritti umani, di nazionalità tedesco-tunisina: “In quella piazza io c’ero, e posso assicurare che vi erano albanesi, curdi, montenegrini, siriani e iracheni: tutti hanno partecipato ai fatti”.
Casi di violenze sessuali nella notte di capodanno ora vengono segnalati da ogni parte della Germania, e denunciati dalle vittime. Le donne di Amburgo sembrano essere state particolarmente colpite: su un totale di 167 denunce per violenze, due terzi sono violenze sessuali. E anche in Finlandia si è registrato un innalzamento nel tasso di violenze sessuali a capodanno. Le cronache dei quotidiani finlandesi ne parlano come un fenomeno accaduto quest’anno per la prima volta. In Svezia, fonti della polizia rivelano che quindici giovani donne sono state aggredite nella notte di capodanno nella città di Kalmar. Il portavoce ha detto che un gruppo di uomini le ha circondate in una piazza affollata e le ha aggredite. Nessuna di loro è stata violentata.
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