
Per l’Unione Europea a 28, quello che si celebra tra il 17 e il 18 dicembre è l’ultimo vertice del 2015, il tredicesimo da quando è presidente del Consiglio il polacco Donald Tusk. I capi di stato e di governo dell’Unione europea si ritrovano ora per due giorni a Bruxelles con un menù molto ricco, che riassume in buona parte tutti i problemi rimasti irrisolti fino ad oggi. I titoli del menù sono tanti, e tutti molto importanti: migranti, energia, Brexit, unione economica e monetaria, Schengen. A questo vertice, stando alle voci, non sarà assunta alcuna decisione importante, e l’unico momento chiave del vertice è la cosiddetta “cena-dibattito”, che avrà luogo nella serata di giovedì 17. Sarà sottoposta ai 27, la lista delle riforme presentata dal premier britannico Cameron, allo scopo di scongiurare il previsto referendum sulla permanenza del Regno Unito nella UE. Entro febbraio 2016, infatti, il Consiglio dovrà necessariamente esprimersi. Tuttavia, sempre le voci di corridoio, sussurrano che come sempre accade nei vertici a 28 qualche sorpresa non mancherà neppure questa volta.
Il minivertice sui migranti voluto dalla Merkel
Il Consiglio è stato preceduto, nella tarda mattinata di giovedì, da un minivertice chiesto da Germania e Commissione sui migranti. È il secondo del genere, dopo quello organizzato in margine all’incontro tra la UE e la Turchia lo scorso 29 novembre. Nel minivertice si è discusso di nuove soluzioni possibili alla crisi dei migranti: la redistribuzione dei rifugiati, selezionati direttamente in Turchia. Il Lussemburgo, che è presidente di turno dell’Unione, ha suggerito un massimo di 50mila rifugiati, e la Commissione ha proposto la partecipazione volontaria degli stati all’accoglienza, senza alcuna quota. Al minivertice erano presenti: Germania, che propende per questa soluzione, Austria, Svezia, che però non intende partecipare alla redistribuzione di 22mila rifugiati provenienti da Italia e Grecia, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Turchia (extracomunitaria). Per la Turchia era presente il premier Davutoglu. Un diplomatico ha confessato alla France Press: “questo minivertice sui migranti è stato più importante dello stesso Consiglio. Coloro che vi hanno partecipato vorrebbero poter annunciare scelte importanti alla propria opinione pubblica entro Natale”. Il punto sostanziale è che una media di 4mila migranti arrivano ogni giorno sulle coste europee.
Sui rifugiati, si prefigura un’Europa a due velocità
Per i paesi dell’Europa centro-orientale, questo Consiglio potrebbe prefigurare una sorta di Europa a due velocità: quella dei paesi che accettano i rifugiati, mantenendo le regole di Schengen, e quella dei paesi che vorrebbero invece stravolgere i trattati di libera circolazione. Per questa ragione, per l’opposizione dei paesi dell’Europa orientale, la redistribuzione di 160mila profughi procede molto a rilento. Solo 64 sono stati ospitati in modo permanente. Nel frattempo, si calcola che nella sola Grecia sono transitati nel 2015 750mila profughi. Per quanto invece riguarda i cosiddetti “hot spot”, i dispositivi finalizzati a censire i richiedenti asilo e i migranti economici, sono operativi solamente due: quello di Lampedusa e quello di Lesbo, isola greca.
Il dossier energia: lo scontro durissimo tra Renzi e Merkel sul gasdotto
Il dossier energia rimane ancora fortemente nebuloso, confuso, e di secondo piano rispetto alla scaletta prevista nel Consiglio, anche se, dicono fonti italiane, è proprio il premier italiano Matteo Renzi che potrebbe rilanciarlo. La questione non è di semplice soluzione, perché in ballo vi è il destino dei due gasdotti, che separa il governo italiano dal governo tedesco. Renzi vorrebbe riaprire il dossier del progetto South Stream, che dovrebbe portare gas russo in Italia, attraverso il Mar Nero. Angela Merkel invece ha chiesto di abbandonarlo, e di preferire il progetto North Stream. È ovvio che la soluzione italiana metterebbe in discussione le sanzioni contro Mosca, e proprio la delegazione italiana ha detto di voler rivedere la decisione di protrarre le sanzioni fino al giugno 2016. Se ne riparlerà, forse, al termine del Consiglio, venerdì pomeriggio.
Il dossier sull’unione economica e monetaria: lo scoglio delle nuove regole per le banche
Sul dossier relativo all’unione economica e finanziaria, nessuno si illuda: i dirigenti europei dovranno prima decidere su altri capitoli, anche perché dopo la soluzione della crisi greca, la necessità di proseguire nel lavoro di una unione economica e monetaria maggiormente integrata è passata in secondo piano. Tuttavia, come dimostrano le cronache di questi giorni, l’unione bancaria è emersa come grande questione comune. La Commissione infatti, insieme con alcuni paesi, pensa a un sistema di garanzie europee sui depositi bancari, e soprattutto di sorveglianza su particolari casi di crisi di liquidità. Sembra però che su questo punto, la Germania voglia fare ostruzionismo, dopo aver salvato le sue banche con un fondo di 240 miliardi di euro, prima della direttiva sul bail-in. Ma si sa, è Natale ovunque, e tutti i dissidi saranno inevitabilmente rinviati.
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