Roma. Il sindaco Marino: “Da Alfano fotografia sbiadita di Roma”. Il prefetto Gabrielli: “Quel tempo non è più attuale”

Roma. Il sindaco Marino: “Da Alfano fotografia sbiadita di Roma”. Il prefetto Gabrielli: “Quel tempo non è più attuale”

Vertice in Campidoglio tra il sindaco di Roma, Marino ed il prefetto Gabrielli. Un incontro di grande rilevanza che arriva dopo le polemiche legate al funerale show ‘celebrato’ dal clan Casamonica, alle vacanze del sindaco Marino, ed alla risposta antimafia della città alla provocazione di piazza Don Bosco. Tra i due si è creato un clima di rispetto dei ruoli. In buona sostanza non ci sarebbe, al momento alcuna sovrapposizione, ma una distinzione dei compiti e della gestione, non solo dell’evento giubilare che è ormai prossimo, ma della gestione politica ed amministrativa della città. Chiaro il sindaco Marino e con un preciso riferimento a quanto detto dal ministro Alfano sulle questioni legate alla cosiddetta ‘Mafia Capitale’: “Abbiamo avuto un confronto lungo, produttivo e costruttivo e ho avuto la possibilità di illustrare il lavoro compiuto in questo ultimo anno. Quanto è stato presentato dal ministro Alfano il 27 agosto è una fotografia del comune di Roma datata al 2014.

Marino: “Da Alfano una fotografia sbiadita del comune di Roma, quando la criminalità era in queste stanze”

Ho potuto illustrare al prefetto di Roma come il documento presentato e discusso in Cdm dal ministro Alfano il 27 agosto sia una fotografia antica, quasi sbiadita del comune di Roma, dell’eredità lasciata dalla giunta Alemanno quando la criminalità era entrata in queste stanze. Noi abbiamo cacciato i criminali, chiuso i portoni e messo insieme dei sistemi di difesa che non permetteranno nessun avvicinamento della criminalità organizzata al comune di Roma”. Sull’analisi del sindaco Marino c’è l’approvazione anche del prefetto Gabrielli: “Come ho già detto, non posso che confermare le parole del sindaco e dell’assessore: le indicazioni del ministro fanno riferimento alla fotografia di eventi o meglio di condizioni proprie di un tempo che non è più quello attuale”.

L’Assessorato alla legalità punto di svolta dell’Amministrazione di Roma Capitale

Il prefetto ha poi apprezzato l’istituzione dell’Assessorato alla Legalità, che per Roma Capitale è un vero e proprio punto di svolta contro il malaffare: “Questo comune si è dotato di un assessorato alla Legalità che in questi mesi ha lavorato proficuamente ma posso dire che su alcuni ambiti sono andati, se possibile, al di là di quelle che sono le indicazioni del ministro con riferimento ad alcune tipologie di controlli e questo mi fa ben sperare”. Nell’economia della giornata non ha alcun valore la battuta polemica del ministro Alfano nei confronti del sindaco Marino (“Marino ha ragione, la mia foto su Roma è datata al 2014 mentre lui è stato eletto nel 2013”) va detto, infatti, che molti esponenti romani del suo partito (Ncd) erano sodali e in maggioranza quando governava Roma il sindaco Alemanno ed oggi sono sempre dalla stessa parte della barricata, contestando insieme alla destra estrema ed ai presunti civici di Marchini, tutte le politiche dell’amministrazione Marino.

Sabella: “Ruotato il 30% dei dirigenti e 77 su 224 hanno cambiato incarico”

La puntualizzazione era necessaria e il ministro la meritava. Va detto poi, che alla fine dell’incontro Marino-Gabrielli, ha preso la parola anche l’assessore, che forse ha più responsabilità nella lotta alle mafie ed al ripristino della legalità nella Capitale. Sereno e puntuale il magistrato prestato alla politica Alfonso Sabella: “Il dato più evidente è quello che riguarda la rotazione del personale: in questo momento è ruotato e abbiamo cambiato più del 30% dei dirigenti di Roma Capitale. Hanno cambiato incarico ben 77 dirigenti su 224 totali. Rotazioni effettive che non riguardano soltanto uno spostamento formale e una nuova intestazione dell’ufficio. Abbiamo portato il numero delle somme urgenze dai 110-120-130 milioni di euro degli anni precedenti ad appena 3 milioni di euro. Abbiamo intensificato tutti i controlli interni fino ad arrivare perfino al 30% degli atti da controllare nel 2017. Quest’anno ne controlliamo già il 25%. I ministeri non controllano normalmente più dell’1 o 2% degli atti. Infine per quanto riguarda gli otto punti che il prefetto ci ha illustrato, sono veramente contento del fatto che già avevamo individuato le aree di criticità pur senza aver avuto mai una contezza formale della relazione del prefetto e della commissione d’accesso e su tutte le aree interessate dall’incarico che il ministro Alfano ha dato a Gabrielli noi siamo già intervenuti e credo anche, senza avere una pretesa di esaustività, in maniera abbastanza impegnativa”.

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