
Alla memoria di Aylan Kurdi, il bimbo siriano di tre anni annegato nel Mediterraneo, la cui morte ha suscitato orrore e indignazione in tutto il mondo, i palestinesi di Gaza hanno eretto una splendida statua di sabbia sulla spiaggia di Gaza. In questo stesso luogo, nel 2014, furono trovati uccisi quattro bambini palestinesi, colpiti da un razzo israeliano mentre giocavano a pallone. Eccola l’analogia, due popoli, quello palestinese e quello siriano, che celebrano la memoria dei loro bambini morti sulle spiagge e sulle coste del Mediterraneo. Non sappiamo dirlo con la certezza matematica che il caso richiede, ma la foto di Aylan è certamente all’origine di quel cambiamento tanto atteso nelle politiche europee nell’accoglienza dei rifugiati, che nella mattina dell’8 settembre ha portato il governo tedesco a comunicare al mondo che ospiterà non meno di 500mila persone all’anno per molti anni. È la conferma, già determinata dei giorni scorsi con l’apertura delle frontiere, che la Germania vuole fare sul serio, e intende costringere i partner europei, soprattutto quelli più riottosi dell’Europa dell’Est e la Gran Bretagna, a fare altrettanto.
La Germania: ne accoglieremo 500mila l’anno per diversi anni
È stato il vicecancelliere socialdemocratico Sigmar Gabriel ad annunciare ufficialmente, alla televisione pubblica ZDF, il piano tedesco di accoglienza di almeno 500mila rifugiati ogni per diversi anni: “non ho alcun dubbio, anzi potremo accoglierne anche di più rispetto alla media”. Ed ha confermato che quest’anno saranno 800mila i rifugiati previsti, quattro volte più rispetto al 2014. Ma lo stesso Gabriel ha sottolineato che gli altri paesi europei devono accettare la loro quota di rifugiati, che fuggono dalle guerre e dalla povertà, in Medio Oriente e in Africa. “Non possiamo accogliere quasi un milione di persone ogni anno e integrarle nella società tedesca”, ha aggiunto Gabriel, lanciando una sorta di contabilità all’Europa: la metà va bene, il resto ve lo dividete in 27. Ed ha poi aggiunto, quasi a voler rettificare il tiro: “la Germania potrebbe accettare una quota enormemente sproporzionata tra gli stati membri della UE, perché siamo un paese economicamente forte, senza dubbio”. Naturale che, conferma Gabriel, sarebbe comunque inaccettabile che la UE divida i rifugiati in un numero esiguo di paesi, come l’Austria, la Svezia o la Germania, “per questa ragione ritengo che la politica UE debba cambiare”. Un chiaro riferimento alla modifica dei Trattati di Dublino e alla riforma dell’area Schengen.
Merkel: Dublino III ha fallito, nuova politica di asilo aperto
Nel pomeriggio di martedì, nel corso di una conferenza stampa, la stessa Angela Merkel ha voluto chiarire di persona la posizione tedesca. In sostanza, la Merkel chiede esplicitamente che un sistema di asilo aperto possa rimpiazzare il Trattato Dublino III, che impone di registrare la richiesta nel primo paese di sbarco. Angela Merkel ha sostenuto che “il sistema Dublino non funziona più”, da quando Italia e Grecia sono state lasciate da sole a fronteggiare l’impatto del flusso migratorio. “Dobbiamo aprire la discussione su una nuova politica dell’asilo”, ha detto la Merkel. “E sono anche convinta”, ha concluso, “che questo compito determinerà il futuro dell’Europa e stabilirà se il continente davvero accetta questo valore della libertà individuale. Su questo, l’intero mondo ci guarda. E non possiamo dire che la Siria sia così distante da noi. Anzi, dobbiamo dire semplicemente che c ne stiamo occupando”.
I nuovi morti del Mediterraneo
Intanto, si scopre che altri 58 migranti sono annegati nel Mediterraneo. Lo comunica l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. I migranti sono annegati nelle acque greche, e tra loro vi era anche un bambino di pochi mesi. La cifra totale dei migranti e rifugiati morti annegati nel Mediterraneo sale a 2.760 nel solo 2015, un eccidio. Flavio di Giacomo della sezione italiana della OIM ha affermato che continuano ad incrociarsi nelle acque greche e italiane decine di barconi sovraccarichi. “Ho visto gommoni che prima avevano a bordo fino a 100 o 110 persone, ora vengono sovraccaricati fino a 130, 140 migranti”, ha detto Di Giacomo. E ha sottolineato di aver incontrato grosse difficoltà sull’isola greca di Lesbo. Infatti, oltre 12.000 migranti hanno raggiunto quest’isola tra il primo e il 5 settembre. Si stima che non sarà possible identificare 10.000 o 15.000 migranti. Sull’isola, durante lo scorso weekend e nella giornata di lunedì sono scoppiati conflitti tra migranti e autorità di polizia sul porto. Conflitti che hanno costretto a bloccare le procedure di identificazione. Lo staff dell’OIM sull’isola ha osservato che il processo di identificazione sembra disorganizzato e che di conseguenza molti migranti di lingua araba sono stati identificati come siriani, anche allo scopo di offrire loro buone chance per richiedere asilo.
Il pesante intervento delle Nazioni Unite su Schengen
Da parte loro le Nazioni Unite bacchettano la UE a proposito del sistema Schengen di libero attraversamento. Sarà al collasso che se l’Europa continua a non dare una risposta coordinata alla migrazione. Peter Sutherland, il rappresentante speciale del segretario generale per le migrazioni internazionali ha infatti affermato: “Schengen sarà messo abbondantemente da parte, e lo sarà se non si trova una comune politica europea sulle migrazioni”. Inoltre ha aggiunto: .“Schengen è sotto minaccia – uno dei migliori risultati dell‘Unione Europea e uno degli aspetti più benefici della politica pubblica è messo in discussione da coloro che non intendono partecipare alla politica comune europea, soprattutto dell’Europa centro-orientale”. Ha concluso: “trovo incredibile che non si riesca a riconoscere che arretrarsi dietro i propri confini in Europa è il paradiso di un folle. Non fornisce alcuna risposta alla crisi migratoria. Dev’esserci una risposta europea unificata e combinata, e coloro che impediranno questa politica pagheranno il prezzo per aver limitato il movimento”.
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