Cgil, Cisl, Uil. Decreto sulla mobilità discrimina i lavoratori della Croce Rossa. La logica renziana del “divide et impera”

Cgil, Cisl, Uil. Decreto sulla mobilità discrimina i lavoratori della Croce Rossa. La logica renziana del “divide et impera”

“Il decreto sulla mobilità reso noto dal governo discrimina”, affermano i sindacati Cgil, Cisl, Uil della Funzione pubblica, i dipendenti della Croce Rossa italiana. “Ci siamo impegnati a lungo – è scritto in un comunicato unitario -per far sì che il processo di privatizzazione della Croce Rossa italiana non comportasse conseguenze negative sui lavoratori. Ora ecco che il decreto sulla mobilità li discrimina di nuovo, senza ragione e senza rispetto per le loro competenze”. È questo l’atto d’accusa dei sindacati di categoria nei confronti dell’operato della ministra Madia e del governo.

Secondo quanto previsto dal decreto, gli addetti della Croce Rossa potranno transitare solo verso le amministrazioni centrali e non verso le Regioni e il Servizio sanitario nazionale. Avranno cioè la possibilità di ricollocarsi solo in posti amministrativi, e non dove le loro preziose competenze e la loro professionalità ultradecennale potrebbero essere valorizzate.

“Inspiegabilmente – protestano i sindacati – malgrado lo stesso decreto dica che hanno la precedenza, si preclude loro la partecipazione alla prossima mobilità verso il ministero della Giustizia, che coinvolgerà 2.000 unità di personale”. Durissimo il giudizio dei sindacati Cgil, Cisl, Uil di categoria sull’operato del governo. Conclude la nota: “Questa è la mobilità della ministra Madia: spostare i lavoratori come pedine, senza tener conto della professionalità e della specializzazione acquisita negli anni. Questa è la mobilità del governo Renzi: discriminare i lavoratori in una perenne logica di divide et impera”. Da qui la richiesta al Governo e alla responsabile della Pubblica amministrazione di “chiarire una volta per tutte quali sono le loro intenzioni verso i lavoratori della Croce Rossa, e se c’è una reale volontà di salvaguardare posti di lavoro, professionalità e salari”.

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