
Arrestato, dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, Mauro Balini, noto imprenditore operante nel settore turistico ed immobiliare, nonché Presidente del Porto Turistico di Roma. Insieme a lui sono finiti in manette, su ordine del Gip del Tribunale di Roma, Massimo Amicucci, Edoardo Sodano e Sergio Capograssi, avvocato con studio nella Capitale. Le accuse che hanno portato i quattro in carcere sono: associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, riciclaggio, impiego di denaro, beni e utilità di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori. Altre 9 persone sono state denunciate a piede libero. Numerose le perquisizioni presso i domicili delle persone coinvolte, le sedi di diverse società e gli studi professionali di due avvocati e di un commercialista. Nell’operazione, condotta dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma sotto la direzione della Procura della Repubblica della Capitale, sono stati sequestrati beni mobili e immobili, quote societarie e conti correnti bancari ed il diritto di superficie su oltre 1.300 beni demaniali, siti all’interno del porto turistico di Ostia (posti barca, parcheggi, strutture amministrative, commerciali e aree portuali) nonché, per alcuni di essi, il relativo diritto di utilizzo. Il valore commerciale di tutti i beni sottoposti a sequestro è stimato in oltre 400 milioni di euro.
Prestanomi, società schermo e ‘professionisti’ per distrarre fraudolentemente ingenti risorse patrimoniali e finanziarie
Le indagini, avviate nel 2012, per una ipotesi di bancarotta, hanno consentito di accertare come i quattro complici avessero scientemente portato al fallimento la A.T.I. S.p.a., società che aveva curato la realizzazione del Porto Turistico di Roma e che, sino al 2008, era concessionaria dell’infrastruttura, appartenente, peraltro, ad un gruppo di imprese riconducibili (direttamente e/o indirettamente) alla figura dello stesso Mauro Balini. Proprio quest’ultimo, con la complicità di fidati collaboratori e professionisti e grazie a “prestanomi” e “società schermo”, aveva realizzato un complesso schema societario volto a distrarre fraudolentemente ingenti risorse, patrimoniali e finanziarie, in pregiudizio della fallita A.T.I. S.p.a., dei creditori e dell’Erario, per un passivo finale di oltre 155 milioni di euro.
I giochi di prestigio di Balini intercettati dagli investigatori
A Balini è stato, inoltre, contestato il reato di trasferimento fraudolento di valori, per aver intestato a società apparentemente terze, il prestigioso attico sul litorale ostiense in cui vive, anch’esso sottratto fraudolentemente alla A.T.I., e un lussuoso catamarano, nella sua esclusiva disponibilità, acquistato, in larga parte, con risorse sottratte alla fallita mediante il descritto sistema di frode. Il disegno criminale nasce nel 2005, quando il Balini si precostituì un ingente credito nei confronti della A.T.I. S.p.a. per oltre 28 milioni di euro, simulando, tra l’altro, l’accollo – meramente contabile – di un debito in capo alla fallita originato dalla ricezione di false fatture emesse da società riconducibili a suoi fedeli sodali. Giustificando le operazioni come “restituzione finanziamento soci”, Balini aveva, quindi, potuto prelevare ingenti somme dalle casse aziendali nonché distrarre beni immobili dal patrimonio sociale in favore di altre imprese a lui riconducibili.
Nel 2008 Balini ‘sfila’ con una voltura l’intera disponibilità dell’infrastruttura portuale
Nel 2008, in perfetta sintonia con il piano criminale in atto, la Porto Turistico di Roma S.r.l. – interamente posseduta dal Balini – aveva ottenuto, dalla A.T.I. S.p.a., la voltura della concessione sull’intera infrastruttura portuale, ed era, così, subentrata nella possibilità di realizzare l’ampliamento del porto, poi autorizzato nell’agosto 2013, incassandone i conseguenti ingenti profitti. La struttura attuale si sviluppa su una superficie di circa 22 ettari e dispone di 840 posti barca per lunghezze comprese fra gli 8 e i 60 metri. L’ampliamento del porto ne aumenterà la capienza sino a 1419 posti barca, mettendo a disposizione dei natanti circa 611 nuovi punti di ormeggio per imbarcazioni da diporto lunghe tra i 12 ed i 70 metri.
Sabella: “A Roma la musica è cambiata. Ostia più vicina a Palermo che alla Capitale”
“La musica a Roma è cambiata, con la magistratura adesso c’è poco da scherzare”. Alfonso Sabella, Assessore alla Legalità di Roma Capitale e delegato per il Sindaco al X municipio, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. Sabella ha commentato a caldo la notizia legata al sequestro del porto turistico di Ostia e all’arresto del presidente Balini: “Con la magistratura che c’è adesso a Roma ormai c’è poco da scherzare. Le regole esistono e si rispettano. Il segnale che sta dando la procura è molto importante ed è lo stesso segnale che vorremmo dare noi come amministrazione. Roma è diversa, è cambiata, bisogna rispettare la legge, chi sbaglia paga”. Secondo Sabella c’è ancora molto da fare: “Si è fatto molto poco negli ultimi anni, di lavoro ce n’è ancora tanto da fare e la procura opererà al meglio. La vicenda del porto turistico di Ostia si inserisce in quel contesto paludoso che contraddistingue questa realtà. C’è una commistione letale tra imprenditoria, politica e criminalità organizzata. Il porto turistico di Ostia è stato al centro di alcune indagini anche del passato, oltre alle voci che circolano sul fatto che lì ci siano stati degli investimenti poco limpidi. Poi c’è il fatto che comunque all’interno del porto lavorava quello che ha sparato a Vito Triassi, mentre la famiglia Balini ha dato una concessione a un narcotrafficante come Cleto Di Maria. Insomma, in questa vicenda ci sono aspetti particolarmente inquietanti e la magistratura saprà svilupparli nel modo migliore”. Sabella non è stupito di quanto accaduto: “Una vicenda di questo tipo non mi meraviglia affatto. A Ostia c’è una mafia diversa rispetto a mafia capitale. Molto più tradizionale, molto più simile a quella che io definisco la mia mafia, quella mafia con cui mi sono confrontato negli anni a Palermo. Ostia è più vicina a Palermo che a Roma da questo punto di vista, Roma come giustamente ha detto il procuratore Pignatone è troppo grande per essere governata da una sola organizzazione”.
L’Assessore e Commissario Pd ad Ostia, Esposito: “ Esposito: “Erano mesi che denunciavo le connivenze di questo imprenditore”
“Apprendo con enorme soddisfazione dell’arresto di Mauro Balini, il patron del porto di Ostia. Erano mesi che denunciavo le connivenze di questo imprenditore con la stampa locale (prona alle sue dichiarazioni e che persino questa mattina ha elogiato l’operato di Balini) e con le sedicenti associazioni antimafia che a lui si rivolsero per risolvere la questione Idroscalo incassando sul social network Facebook un ‘ci penso io’. Sicuro di vincere contro la mano ferma di Alfonso Sabella perché nessuno per 30 anni lo ha mai contrastato. Ecco, la procura di Roma ormai ha ben chiari gli squilibri di questo complesso territorio chiamato Ostia. Un plauso dunque alla guardia di finanza per l’importantissima cattura di uno dei ‘boss’ del litorale”.
Il sindaco Marino: “Complimenti ala Gdf. Il litorale riparte dalla legalità”
“Complimenti al nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza del Lazio. Il loro prezioso lavoro dimostra ancora una volta che sul litorale romano deve continuare lo sforzo per ripristinare la legalità, che abbiamo già avviato con Alfonso Sabella. Stiamo agendo con determinazione ed efficacia su tanti fronti, dal diritto di tutti i romani di accedere al mare, alla garanzia che gli spazi pubblici non cadano nelle mani sbagliate. Aspettiamo ora fiduciosi il proseguimento del lavoro degli inquirenti, il Campidoglio da parte sua garantirà massimo sostegno e disponibilità nella lotta alla corruzione e al malaffare”. Lo dichiara, in una nota, il sindaco di Roma Ignazio Marino.
Orfini: “Da mesi avevamo segnalato l’opacità che giravano intorno al porto e a Balini”
“Nei mesi passati avevamo più volte segnalato l’opacità della gestione e degli interessi che giravano intorno al porto e a Balini. Avevamo visto bene. Il merito è del senatore Esposito”. Così in una nota, Matteo Orfini, Deputato del Partito Democratico. “Vedo – continua Orfini – che in queste ore qualcuno storce il naso perché Esposito è stato scelto dal sindaco come assessore pur non essendo romano. Peccato che questa vicenda dimostri come in pochi mesi Esposito ha capito di Ostia ben più di quanto quelli che oggi si lamentano abbiano capito in decenni”.
L’ex Presidente del Municipio Bonelli (Verdi): “Fermare concessioni del demanio”
“Per infliggere un serio colpo all’illegalità diffusa e anche alla criminalità organizzata , l’amministrazione comunale deve riportare legalità nella gestione del demanio marittimo azzerando le concessioni sul demanio marittimo e applicare la legge che prevede il riequilibrio tra spiagge libere e spiagge in concessione”. Lo dichiara in una nota il coportavoce nazionale dei Verdi Angelo Bonelli. “Il demanio marittimo ad Ostia e il litorale romano è sempre stato attenzionato dalla criminalità per gli alti profitti che si realizzano sulle spiagge, ai danni dello Stato, e per la posizione strategica dal punto di vista geografico per il traffico internazionale di droga. Il lungomuro di Ostia – continua il leader ecologista – rappresenta il simbolo di questa illegalità e di questo furto di beni comuni fatto ai danni della collettività, La criminalità mafiosa è penetrata e gestisce molte concessione di demanio marittimo e questo è avvenuto con la connivenza di funzionari della pubblica amministrazione e politica. Ecco perché le spiagge e le concessioni sul demanio marittimo devono essere restituite ai cittadini per ridisegnare il mare di Roma in nome dell’interesse pubblico e non di pochi e dei criminali. VA detto anche con grande chiarezza – conclude Bonelli – che l’ampliamento del porto di Ostia, che oggi è stato sequestrato dalla procura di Roma, va fermato anche per il suo forte impatto ambientale sulla costa e per i processi erosivi che questo causerebbe”.
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