
Il centro destra, da sempre spazio maggioritario nel Paese, giorno dopo giorno, si riduce ai minimi termini. L’epopea berlusconiana volge al termine repentinamente, dopo Casini, Fini, Meloni e Alfano, ora tocca al “cucciolo” dell’ex cavaliere, Raffaele Fitto. Il quale oggi ha annunciato il suo addio definitivo a Forza Italia e la nascita di un nuovo partito, “conservatori e riformisti”, (un vero ossimoro, ndr) dovrebbero comunque seguirlo 11 senatori e 22 deputati forzisti.
Lo scontro si consuma nel peggiore dei modi. Fitto accusa Berlusconi di “distruggere tutto quello che lo circonda e di autorottamarsi”, l’ex cavaliere risponde buttandolo fuori dal partito. Nella battaglia per le regionali lo scambio di accuse al vetriolo tra il leader di Forza italia e l’ex ministro ha portato alla scelta di due distinti candidati in Puglia: Schittulli, scelto da Fitto e mai accettato da Berlusconi, contro Poli Bortone, di Fratelli d’Italia, alla quale FI è ricorsa per arginare lo strapotere dell’ex governatore della Puglia nella sua regione. Una guerra fratricida che facilita la vittoria del candidato renziano Michele Emiliano.
Nella conferenza stampa di oggi Fitto ha spiegato che vuole fondare il partito dei “conservatori e riformatori”, prendendo come esempio l’Inghilterra. In questo modo l’ex Fi vuole creare un’alternativa a Renzi, costruendo un partito che possa scegliere un leader credibile per sfidare il Pd. Ha ribadito i motivi per i quali ha rotto con Berlusconi, non ultimo la mancanza di regole precise e il rifiuto netto dell’ex cavaliere a scegliere la classe dirigente del partito attraverso le primarie.
“È una partita che non si gioca con un parlamentare in più o in meno ma si muove in una prospettiva politica”. Spiega Fitto in conferenza stampa rispondendo a quanti gli chiedono se siano pronti gruppi parlamentari autonomi da Fi e quante siano le adesioni all’associazione di cui ha annunciato la costituzione. “Dica trentatré…”, risponde a chi gli chiede se i parlamentari che hanno aderito sono gli stessi che qualche tempo fa hanno firmato una lettera a sostegno di Cameron. “Comunque – aggiunge – non lo so”. Troppo presto anche per il simbolo: “No, non lo abbiamo. È solo un’associazione, lo vedremo dopo”. “Se le elezioni saranno nel 2018 – ha detto ancora – è indispensabile che il centrodestra, alternativo al centrosinistra, si organizzi per fare delle primarie sui contenuti e sugli uomini”.
“Dobbiamo avere il coraggio di guardare al futuro ed è necessario dare rappresentanza a una larga fetta di cittadini mettendo in campo un centrodestra che sia attento al confronto sui contenuti e le regole. Tra Salvini e Renzi c’è uno spazio molto ampio”. Spiega Fitto, sottolineando come in Europa “non stiamo né con la Merkel, né con la Le Pen”. “Siamo pronti a un confronto con tutti coloro che vogliono condividere un’alternativa a Renzi e al suo governo. Gli eccessi – dice Fitto – sono un errore: è un errore supportare Renzi ma un errore passare dal supporto alle critiche. Noi proponiamo un’alternativa”.
Ma l’alternativa rischia di essere l’ennesimo partitino di centro destra creato dai fuoriusciti da Forza Italia. L’idea dovrebbe essere quella di occupare lo spazio elettorale che esiste tra il Pd di Renzi e la Lega di Salvini. Obiettivo questo che accomuna tutti gli ex delfini di Berlusconi, ma nella realtà il progetto sembra quanto mai utopistico. Molto dipenderà da come Forza Italia reggerà il confronto col Pd nelle prossime elezioni regionali. Berlusconi per non autorottamarsi e limitare lo spazio di Fitto e Alfano, dovrebbe vincere il duello in casa contro Fitto in Puglia, reggere in Veneto, ma soprattutto vincere fuori casa in Liguria e Campania contro un avversario ben più temibile, il Pd di Renzi. Solo allora quali e quanti spazi da occupare ci siano sarà più chiaro per tutti.
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