
Il governo Tsipras ha emanato un decreto che costringe le organizzazioni del settore pubblico a trasferire le riserve di liquidità alla banca centrale. È un segnale inquietante di quanto sia grave la situazione del paese in fatto di denaro liquido. Il decreto si è reso necessario quando il ministro delle Finanze Varoufakis ha ricevuto un chiaro avvertimento da parte delle autorità monetarie internazionali e dai partner europei, nel corso del week end, per cui i greci starebbero giocando col fuoco di un possibile default del debito. Il timore di un’uscita della Grecia dall’eurozona si accresciuta non appena si è diffusa la notizia secondo la quale il Paese sarebbe sull’orlo della bancarotta. Lo stato greco infatti deve trovare i fondi, almeno 2 miliardi di euro, per pagare stipendi e pensioni, e quasi un miliardo per le due rate del prestito contratto col Fondo Monetario Internazionale, previste entro il mese di maggio.
“Le organizzazioni del governo centrale”, si legge nel decreto firmato da Alexis Tsipras, “sono obbligate a depositare le loro riserve di denaro contante e a trasferire i fondi di depositi a termine nei loro conti presso la Banca di Grecia”. La regola “è dovuta a bisogni estremamente urgenti e imprevisti”, si legge. Atene, in realtà, attende il prestito finale di 7,2 miliardi di euro, garantito dalle istituzioni internazionali in cambio di un piano di riforme, che Tsipras ha presentato oltre un mese fa. Tuttavia, Varoufakis ha usato una delle sue frequenti apparizioni televisive per dire al mondo intero che il contagio sarebbe inevitabile qualora la Grecia dovesse abbandonare l’eurozona. “Chiunque si stia baloccando con l’idea di tagliare pezzi di eurozona nella speranza che il resto possa sopravvivere, gioca col fuoco”, ha detto al canale televisivo spagnolo La Sexta. Ed ha aggiunto che “alcuni sostengono che il resto dell’Europa sia stato sfidato dalla Grecia e che la BCE ha I mezzi a sua disposizione per amputare la Grecia, se necessario, cauterizzando la ferita e consentendo all’eurozona di andare Avanti. Io dubito moltissimo che sia così. Non solo per quanto riguarda la Grecia, ma per ogni parte dell’Unione”.
Nonostante le parole rassicuranti di Varoufakis, sui mercati finanziari internazionali e nelle cancellerie di mezzo mondo si teme che la lentezza dei negoziati tra i 18 paesi dell’eurozona e la Grecia possa portare al mancato pagamento delle rate del prestito dovuto al Fondo Monetario Internazionale. Lunedì 20 aprile, sui mercati, i rendimenti sui titoli greci sono saliti alle stelle, mentre quelli sui Bund tedeschi sono crollati nuovamente, a testimonianza di nuovi attacchi speculativi contro la Grecia. Dinanzi a questo scenario, i superburocrati della BCE continuano a fare il gioco di chi vuole la caduta finanziaria, il crollo, il default della Grecia. Vitor Constancio, vicepresidente della Banca Centrale, ha infatti detto dinanzi al Parlamento europeo, che “chiunque si attenda un sostegno illimitato della BCE per la Grecia e le sue banche, sbaglia. Stiamo facendo progressi, ma non posso fare alcuna promessa che finanzieremo la Grecia qualunque siano la situazione, la somma e le condizioni”. Non c’è che dire, avevano ed hanno ragione i greci, di queste istituzioni europee, di questi burocrati della banca centrale, di questi tecnocrati cinici non bisogna mai fidarsi.
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