
Primato rafforzato. L’ennesima vittoria della Juve, per l’esattezza la diciannovesima, coincidente con l’inattesa sconfitta casalinga della Roma, ha ormai determinato un vuoto di ben 14 punti che, a 11 partite dalla fine, lascia solo pie illusioni per chi insegue. Ancora una volta la squadra di Allegri fa il suo dovere, stavolta vincendo a Palermo, complice anche il duo delle meraviglie Dybala-Vazquez che delude le aspettative, e con una prodezza di Morata, subentrato a mezz’ora dal termine, sopperisce alla mancanza di lucidità e alla stanchezza, portando a casa tre preziosi punti. La Juve ha giocato stretta nella morsa delle due partite di Champions col Borussia, in parte logorata da quella di andata e distratta dalla prossima che segnerà il cammino in Europa. La vittoria in Sicilia è, comunque, tonificante perché consente di dedicarsi interamente a questo torneo, aspettando, per il campionato, che la matematica consacri il quarto scudetto.
Secondo posto rimesso in gioco. Accantonate, da tempo, le speranze di poter raggiungere la Juve, la Roma, dopo la secca sconfitta all’Olimpico per opera della Sampdoria, deve seriamente preoccuparsi di quel secondo posto che, fino a qualche settimana fa sembrava attaccabile solo dal Napoli ed ora, invece, destino beffardo, viene insidiato, ad appena un punto, dai cugini laziali. Alla Roma, giornata più infausta non poteva capitare perché, dopo aver esercitato un lungo predominio offensivo senza, però e purtroppo, andare a segno, si faceva infilare due volte, consentendo all’avversario di allungare in classifica, legittimando giuste ambizioni europee. Una dolorosa sconfitta, questa, dopo un’inutile sequela di pareggi che hanno permesso, indirettamente, a quattro avversarie di posizionarsi nell’arco di cinque punti. Se Garcia non riesce a rimettere in sesto la baracca, dopo le conseguenze nefaste di una deleteria campagna acquisti invernale e di una pareggite acuta, si rischia un tracollo sotto tutti gli aspetti. Ben altro clima sul fronte Sampdoria che, al terzo successo di seguito, punta ad inserirsi ancora più in alto.
Lazio lanciatissima! Superando un Torino che sembra rientrato nei ranghi, con una doppietta (splendido il primo gol) di Felipe Anderson, la Lazio si accomoda, solitaria, al terzo posto, mirando, ora, alla poltrona d’onore visto che l’odiosa avversaria concittadina versa in un confermato stato comatoso e l’occasione è buona per approfittarne. Sullo stato di forma e sulle ambizioni biancazzurre c’é poco da aggiungere se si pensa che le cifre parlano chiare: nelle ultime 5 partite, 5 vittorie con 12 gol fatti e appena uno subito.
Napoli sempre peggio. La vittoria infrasettimanale nell’andata in Europa League aveva solo coperto le ultime magagne del campionato che, con la sconfitta a Verona (doppietta del vecchilo Toni), si riconfermano indicando, purtroppo, nelle cervellotiche scelte di Benitez le cause della disfatta sulle rive dell’Adige. Ci si chiede il motivo per il quale siano stati lasciati in panchina Higuain e soprattutto Gabbiadini e l’espressione annichilita di De Laurentiis era fin troppo eloquente…
Fiorentina-Milan: chi sale e chi scende. Al Franchi ha fatto tutto il Milan: gioca un primo tempo, finalmente, più che accettabile, riesce a mettere a segno un prezioso golletto di rimbalzo dopo averne sciupati altri due, al cospetto di una Fiorentina sonnecchiante e tutto lascia sperare di poter portare a casa i tre punti; nella ripresa, purtroppo, in casa rossonera, ritornano i vecchi fantasmi e la paura ha il sopravvento nel solito finale con i soliti colpi di testa, sotto tutti i punti di vista, che infilzano, su palle da fermo, una difesa che ne detiene il triste record. Forse un pari avrebbe meglio rispecchiato quanto visto in campo ma la Fiorentina non ha rubato nulla perché ha manifestato più determinazione di fronte ad un Milan che continua a convivere con l’equivoco Inzaghi e che, in settimana, ne siamo certi, metterà in rilievo il buon primo tempo, il gioco ritrovato (ma subito perso), bisognerà ripartire da lì e via di questo passo…. mentre Berlusconi si è chiuso nel più cupo silenzio, così la sperabile ripresa viene ancora rinviata all’eterna, prossima, partita…… ma fino a quando ?
Inter fischiata. Anche l’altra milanese, forse per involontaria solidarietà negativa con i cugini, incappa in un’altra giornata nera pareggiando a S. Siro contro il Cesena che, andato in vantaggio, aveva fatto temere il peggio. Per ammissione dello stesso Mancini, l’Inter continua a non esserci ancora e giovedì è chiamata al duro impegno ribaltare il 3-1 di Wolfsburg in Europa League: questo sarà un probante esame per verificare, una volta per tutte, l’effettivo valore dell’undici nerazzurro.
Le altre. Salutare vittoria del Sassuolo, dopo ben quattro sconfitte consecutive, contro il derelitto Parma (4-1) sul quale qualcuno avrebbe pure lamentato che non fosse il caso di infierire più di tanto ma la legge del campo non può tener conto dei problemi societari parmensi che attendono la soluzione fallimentare giovedì 19. Un altro importante colpaccio della giornata è stato quello messo a segno dal Chievo che ha dato un dispiacere inatteso al Genoa a Marassi, con una doppietta del redivivo Paloschi, allungandosi, così, a 8 punti dalla coppia penultima Cagliari e Cesena.
I sardi, con il ritorno in panchina di Zeman, dopo la favola Zola finita male, ce l’avevano quasi fatta a superare l’Empoli che, però, pareggiava al 93′, portando via un prezioso punto. Anche l’Atalanta, con Reja in panchina sostituto di Colantuono, non è riuscita ad andare oltre un 0-0 in casa con l’Udinese e forse dovrà soffrire fino alla fine per mantenersi fuori dalla zona retrocessione, distanziata, per ora, di 4 punti.
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