
A nove mesi dalla Conferenza sul clima di Parigi, il presidente della Repubblica francese Francois Hollande ha lanciato, dinanzi ai sindaci di 32 grandi metropoli e capitali europee il suo grido d’allarme: “Vi chiedo di mobilitarvi per quanto possibile perché esercitiate una pressione necessaria”. L’incontro con i 32 sindaci era stato voluto dal sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, e dal sindaco di Roma, Ignazio Marino (nella foto, i due sindaci a Roma). La posta in gioco: pervenire “ad un accordo globale e vincolante sul clima” entro dicembre. La risposta all’appello lanciato dal capo dello stato francese non si è fatta attendere. Determinati a contare molto nei negoziati sul clima, i 32 sindaci hanno assunto l’iniziativa concreta di rendere reciproci i comandi pubblici sui beni e sui servizi che permettano di accelerare la transizione ecologica. Le metropoli europee riaffermano la loro mobilitazione e ricordano che sono in prima linea nella lotta contro il riscaldamento globale. In una dichiarazione comune, adottata in presenza del Commissario europeo all’energia, e del ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, i sindaci si sono impegnati a ridurre di almeno il 40% le emissioni di gas a effetto serra da oggi al 2030. L’impegno delle città è decisivo per il clima: accolgono più della metà della popolazione mondiale e producono il 70% dei gas a effetto serra.
“Le norme sono fissate dagli stati”, ricorda il borgomastro di Bruxelles, Yvan Mayeur, “ma la concretizzazione si effettua nelle città. E spesso, le norme mancano di coraggio e non influiscono a sufficienza sulla produzione industriale”. L’obiettivo delle metropoli europee è chiaro: avere un peso sulle politiche industriali e sullo sviluppo. In tal modo, sfidano i governi ad essere “più ambiziosi”. Nel concreto, le 32 città europee riunite a Parigi vogliono cominciare a raggruppare i loro acquisti su tre tipi di forniture: vetture leggere e piccoli camion ibridi ed elettrici per le loro municipalità; elettricità da fonti rinnovabili; veicoli collettivi e di proprietà urbana a gas naturali. Da questo punto di vista, Roma, Parigi e Bruxelles sono già partiti con contratti e gare d’appalto comuni.
Il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo ha affermato: “noi vogliamo creare un effetto leva per suscitare un’offerta competitiva dei materiali e dei servizi ai quali facciamo ricorso, e far emergere a livello europeo delle filiere che superino il carbone”. I sindaci delle 32 capitali e metropoli riuniti a Parigi chiedono alla Commissione europea il pieno riconoscimento del loro ruolo nella lotta contro la deregolamentazione climatica e sperano di trarre beneficio direttamente dai finanziamenti europei, soprattutto da quel piano di investimenti lanciato da Juncker. “Restituire fiducia, stimolare l’attività e l’investimento per creare lavoro, grazie allo sviluppo durevole e all’innovazione: gli obiettivi delle città e quelli del piano Juncker sono gli stessi”, si legge nella dichiarazione comune.
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