Landini alle tute blu. “Unions perché abbiamo bisogno di voi. La vostra partecipazione e la vostra intelligenza la nostra comune forza”

Landini alle tute blu. “Unions perché abbiamo bisogno di voi. La vostra partecipazione e la vostra intelligenza la nostra comune forza”

Non c’ è verso. La manifestazione dei metalmeccanici sarebbe il “battesimo” della coalizione sociale. La libertà, la dignità del lavoro, la difesa del lavoro, la voglia di battersi per cambiare il paese, renderlo più giusto, riprendere e dare forza alla mobilitazione contro le politiche del governo segnate dal Jobs Act, tante assemblee nei luoghi di lavoro, quella nazionale dei delegati Fiom, la continuità con la grande manifestazione della Cgil a Roma, lo sciopero generale Cgil-Uil, scompare tutto nel mondo dei media ad alto tasso di inquinamento renziano. Bisogna screditare una manifestazione che si annuncia forte, combattiva, nel segno dell’unità con la scesa in campo non solo delle tute blu della Fiom ma di tutta la Cgil.

L’informazione renziana all’opera per screditare la manifestazione  organizzata dalla Fiom

Bisogna screditare la giornata di sabato, il Paese è in ripresa, cresce l’occupazione, Renzi si pavoneggia mentre si prepara a mettere il laccio al collo alle sinistre del Pd, o votate l’Italicum o siete fuori. La maninifestazione? Tutta una messa in scena, i lavoratori non c’entrano per niente. Landini vuole tenere a battesimo la “coalizione sociale”. Vuole fare un partito, altro che storie e vuole mandare a casa Renzi, in combutta con tutti gli estremismi possibili. Capofila Repubblica che scrive: “Si presenta così la coalizione sociale che sabato 28 aprile Maurizio Landini e la sua Fiom guideranno nella manifestazione con lo slogan Unions”. Sciocchezze, mala informazione. Il corteo aperto dai lavoratori dell’Italcantieri  impegnati in una dura battaglia, sarà la prova di tante sciocchezze per non dire di peggio. Solo “Unions” è vero. “L’abbiamo chiamata Unions!”- dice Landini in una lettera inviata ai  lavoratori – “usando una lingua che non è la nostra ma utilizzando una parola che richiama le origini del movimento operaio e sindacale. Quando, tanti anni fa, lavoratrici e lavoratori senza diritti scoprirono insieme che per migliorare la propria condizione era necessario coalizzarsi e battersi per conquistare libertà e diritti comuni”. La memoria fa parte della storia del movimento operaio. A volte richiamarla fa molto bene. C’è  un filo rosso che collega ieri ad oggi.

Milioni di lavoratori hanno visto cancellati i frutti di lunghe battaglie

“Oggi – prosegue Landini – milioni di lavoratrici e lavoratori hanno visto cancellati i diritti frutto di lunghe battaglie; altri milioni di lavoratrici e lavoratori quei diritti non li hanno neppure mai avuti, dispersi nelle tante forme di lavoro saltuario e sottopagato. Per tutte e tutti il lavoro sta diventando più povero e precario. Abbiamo bisogno di riprendere il filo dell’impegno comune, delle lotte contro le politiche dei governi che in Italia e in Europa hanno voluto far pagare al lavoro il costo di una crisi prodotta dalla finanza e dalle speculazioni. Per dare rappresentanza al lavoro. Per confrontarci con tutte quelle realtà, associazioni, gruppi e movimenti che nella società affrontano e contrastano il degrado civile prodotto dalla crisi economica e dalla sua gestione politica”.

Diritti, lavoro, democrazia, giustizia sociale, legalità, reddito, Europa

“Questo – prosegue Landini – è un momento importante per il futuro di tutti noi, delle lavoratrici e dei lavoratori, del nostro sindacato che esiste e ha un senso solo se riesce a rappresentare democraticamente i vostri interessi e da voi riceve il sostegno, le idee e le energie necessarie. Per migliorare le condizioni del lavoro dipendente. Per rivendicare un sistema pensionistico più giusto con la riduzione dell’età pensionabile. Per dare un’occupazione a chi non ce l’ha con nuovi investimenti e con la riduzione dell’orario di lavoro. Per cancellare il precariato. Per combattere l’evasione fiscale e la corruzione. Per garantire il diritto alla salute e allo studio. Per istituire forme di reddito minimo. Per riconquistare veri contratti nazionali che tutelino il salario e diano uguali diritti a tutte le forme di lavoro.” È qui che prende corpo la proposta avanzata dal segretario generale della Fiom, molto concreta, fuori dal politichese dei talk e dalla disinformatia dei media. Si rivolge direttamente alle tute blu, un colloquio che parte dalle fabbriche per trasferirsi direttamente alla società, civile, si diceva.

La proposta di coalizione sociale ancora tutta da costruire, né partito né candidature

“Spero – dice – che questa volta proprio la nostra manifestazione faccia capire cosa intendiamo, che la nostra proposta, la coalizione sociale, venga presa per quello che è: non vuol dire fare un partito o candidare qualcuno alle elezioni.  Ciò è totalmente sbagliato e non è nel modo  più assoluto la nostra idea. Noi partiamo da un dato sindacale: non era mai successo, nella storia dell’Italia repubblicana, che un Governo agisse in accordo con Confindustria, facendo leggi che cambiano diritti soggettivi delle persone e rapporti di forza nel Paese, senza che questo sia oggetto di confronti e discussioni. La coalizione sociale, una proposta ancora tutta da costruire, sta raccogliendo molto consenso e adesione tra associazioni, movimenti, persone, e in aprile avrà la sua continuazione. Vuol dire che soggetti diversi che finora si sono battuti singolarmente su obiettivi comuni, definiscono assieme iniziative e programmi sul piano sociale, dell’unità del lavoro, dell’applicazione dei principi della nostra Costituzione, dell’affermazione di diritti che oggi sono negati: penso non solo al diritto al lavoro, ma al diritto alla scuola, alla formazione, alla sanità. Questo è il processo che vogliamo aprire, non solo a livello nazionale, ma nei singoli territori, in ogni provincia, per dare una continuità alla nostra azione. Oggi abbiamo bisogno di un’alleanza, di  una coalizione sociale, tutta da costruire, che unisca ciò che governo e Confindustria vogliono separare, aggregando tutte le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare, con le metalmeccaniche e i metalmeccanici, con le delegate e i delegati, con le iscritte e gli iscritti alla Fiom. Per crescere e cambiare abbiamo bisogno di voi, perché la vostra partecipazione e la vostra intelligenza saranno la nostra comune forza”.

“Unions!” è la parola che tiene insieme il mondo di chi il lavoro ce l’ha, ma sta perdendo i diritti e di chi non ce l’ha, dei giovani in particolare. “Unions!” parla appunto di diritti, lavoro, democrazia, giustizia sociale, legalità, reddito, Europa, le rivendicazioni sulle quali oggi la Fiom fa ripartire la mobilitazione che portò allo sciopero generale promosso da Cgil e Uil, alla grande manifestazione della Cgil. Mobiltazione che il Direttivo della Cgil ha rilanciato. La presenza di Susanna Camusso, segretario della Confederazione di Corso d’Italia alla manifestazione è il segno che una cosa è il dibattito, le polemiche, aspre anche, di questi giorni, relative alla “coalizione sociale”, altro è lo stesso concetto di Confederalità, unità, bandiera della Cgil.

Apriranno il corteo i lavoratori di Fincantieri, “giungla d’appalto”

Previsioni sulla “piazza”? Dalla Fiom dicono solo che sarà una manifestazione forte, combattiva, il risultato sta già nei numeri delle “prenotazioni”. Basta fare un po’ di conti, dicono, ma si andrà molto oltre. I pullman cominceranno ad arrivare a metà mattina, dai parcheggi partiranno diversi cortei per raggiungere Piazza della repubblica da dove, alle 14, prenderà il via il corteo ufficiale. Lo aprirà una delegazione dei lavoratori di Fincantieri, impegnati nella difficile vertenza contrattuale in corso nei cantieri navali per dare risalto agli scioperi di questi giorni contro l’atteggiamento di un’azienda – a proprietà pubblica – che vorrebbe estendere il ricorso agli appalti scorporando le unità produttive, pretende di ridurre diritti e salari, allungare gli orari, aumentare i ritmi e la flessibilità e il controllo sui lavoratori. Fincantieri che, fra l’altro, vuole mettere i microchip negli scarponi dei lavoratori e chiede loro di lavorare mezz’ora di più a gratis, come si dice a Roma. Certo i microchip hanno fatto notizia ma sono solo una parte di un tutto di una vertenza molto dura. “Fincantieri, giungla d’appalto. Più diritti, salario e sicurezza nei cantieri navali”, sarà lo striscione che aprirà il corteo.

Maurizio Landini concluderà la manifestazione a Piazza del Popolo

La manifestazione si concluderà a Piazza del Popolo, con la colonna sonora del gruppo “Il muro del canto”. Ad oggi dal palco, a partire dalle ore 16, sono previsti, oltre a quello di un lavoratore Italcantieri, i seguenti interventi: Giuseppe De Marzo (Libera-campagna reddito), Domenico Maugeri, coltivatore diretto (Tavolo Verde), Maria Meddaoui, operaia (delegata Fiom alla Benincasa, Bologna), Armanda Garau, insegnante (Flc-Cgil), Giacomo Zolezzi, studente (Rete della conoscenza), Claudio Vittori, segretario generale Fisac-Cgil del Lazio, Giovanna Cavallo, movimento per la casa (Action), Gino Strada, fondatore di Emergency (in collegamento telefonico dalla Sierra Leone) e Stefano Rodotà. Concluderà Maurizio Landini, segretario generale Fiom Cgil.

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