
Si conoscono e sono nero su bianco, le motivazioni del processo d’Appello ‘Ruby bis’ che ha portato alla condanna, anche se con pene ridotte, agli imputati, Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti. Le motivazioni dei giudici sono più che chiare. Ecco uno dei passaggi che spiega il perché delle condanne: “ Si sono incontrati una confluenza di elementi di prova assolutamente compatti e di univoco significato sul carattere remunerativo delle prestazioni, che in vario modo le ospiti ad Arcore offrivano a Berlusconi, e della natura di tali prestazioni”. I giudici vanno ancora oltre e puntualizzano: “Il linguaggio talora sboccato e disinibito, sintomatico di uno stile di vita spregiudicato e disinvolto da parte delle ospiti ad Arcore non lascia spazio a dubbi di sorta: la partecipazione alle serate, con tutto ciò che comportava al fine di divertire e sollecitare l’eccitazione sessuale del padrone di casa e cioè Berlusconi, erano il ‘servizio’ reso per conseguire denaro e altre utilità, e che solo a queste condizioni e a questo scopo veniva reso. Le prestazioni, anche quelle minori di tipo ‘pubblico’, che avvenivano nel ‘bunga bunga’ ricevevano una ricompensa commisurata, sempre rimessa alla discrezionalità del padrone di casa”. Dunque, per il pregiudicato, ex Cavaliere, ex Presidente del Consiglio, ma ancora leader in chiara difficoltà, di Forza Italia, arriva, nel giorno che incorona la santa alleanza con il leghista Salvini, una nuova tegola che si infrange sulla sua più che deteriorata immagine.
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