
L’Egitto ha diramato un appello alla comunità internazionale per intervenire contro i militanti dello Stato islamico in Libia. Il presidente Abdel Fattah al-Sisi ha detto che quanto sta accadendo in Libia è una minaccia alla pace e alla sicurezza nel mondo. Il suo appello è giunto dopo il bombardamento egiziano sugli obiettivi dell’Isis, in risposta al video che riprendeva la decapitazione di 21 lavoratori egiziani di religione cristiano-copta.
Le telefonate a Renzi e Hollande di al-Sisi
Il presidente egiziano ha avuto due lunghi colloqui telefonici con Matteo Renzi e Francois Hollande, ai quali, secondo fonti britanniche, pare che abbia chiesto un immediato e concreto coinvolgimento nella guerra contro l’Isis in Libia. Al momento, non si conoscono i dettagli delle due telefonate. La posizione del governo italiano sullo scenario libico appare abbastanza definita: “siamo pronti all’invio di 5.000 soldati”, ha detto il ministro della Difesa Pinotti, “ma solo entro una forza internazionale sotto l’egida Onu”, e se le fazioni rivali accettano il cessate il fuoco. Il premier Renzi afferma invece che “non è tempo di interventi militari”.
La cautela della UE
Tuttavia, l’apertura di un ulteriore scenario bellico spaventa, in realtà, le cancellerie europee, già alle prese con la difficile realtà del conflitto in Ucraina, e con le spedizioni militari in Siria e Iraq (almeno per la Francia). Le stesse fonti britanniche, sia al Guardian che alla BBC, hanno rivelato che al presidente egiziano al-Sisi sono giunte risposte molto caute dall’Europa, in cerca di una soluzione diplomatica e politica, e del cappello delle Nazioni Unite su qualunque iniziativa militare, soprattutto di terra. Dinanzi a questa posizione cauta, il presidente egiziano ha spedito prima all’Onu e poi a Washington il suo ministro degli esteri, Sameh Shukri. Il ministro si è consultato con gli alti dirigenti dell’Onu, e poi all’Amministrazione americana ha chiesto esplicitamente supporto politico e materiale all’Egitto in guerra contro l’Isis nelle città della Libia.
I raid egiziani in Libia
La tv di stato egiziana, intanto, ha mostrato le immagini dei raid aerei condotti contro le postazioni strategiche dei militanti dell’isis in Libia: soprattutto campi di addestramento e depositi di armi. Gli aerei egiziani hanno poi colpito la città di Derna, ormai nelle mani dell’Isis, dove sono state uccise 50 persone. I raid aerei proseguiranno ancora nei prossimi giorni.
La situazione nelle principali città libiche
Tripoli: governo nominato dal vecchio parlamento che ha messo in discussione le elezioni dello scorso anno
Tobruk: governo riconosciuto dalla comunità internazionale, qui rifugiato dopo le elezioni del 2014
Bengasi: seconda città e quartier generale della Rivoluzione del 2011, ora largamente conquistata dai combattenti islamisti, alcuni dei quali con collegamenti con al-Qaeda
Misurata: terza città e porto principale, leale alle autorità di Tripoli, le cui milizie hanno qui assunto il potere
Derna: patria dello Stato islamico
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