
Renzi Matteo è prigioniero di una ossessione. Non sono più gufi e rosiconi, ma nemici. Li vede ovunque, tutti intenti a bloccare il governo, a farlo cadere. Perciò vede il dibattito alla Camera come il fumo negli occhi. Prima finisce e meglio è. Ha fatto di tutto fino a far respingere richieste ragionevoli da parte dei gruppi di opposizione per un confronto reale sulla legge che riforma Senato e istituzioni. Ben quaranta articoli della Costituzione, non un ordine del giorno che va e viene. Seduta giorno e notte, “seduta fiume”, si chiama, per evitare che vengano presentati sub emendamenti . È riuscito ancora una volta a dividere il gruppo del Pd. Risultato: l’aula di Montecitorio rappresenta, anche fisicamente, un evento eccezionale. È semivuota: su 630 deputati ce ne sono meno di 300 a votare gli emendamenti, neppure la maggioranza. È semivuota, sono rimasti il gruppo del Pd, il Nuovo centro destra, i resti di Scelta civica e qualcuno del gruppo misto. Hanno abbandonato l’aula FI, M5S, Lega, Sel, Fdi, ex 5 stelle. Pippo Civati e Stefano Fassina annunciano che non parteciperanno alle votazioni.
I gruppi che abbandonano l’aula incontreranno il Presidente della Repubblica
C’è stata una richiesta di incontro rivolta al presidente della Repubblica che ha risposto positivamente. Da martedì inizieranno gli incontri con i singoli gruppi. Un fatto che segna l’eccezionalità e la gravità della situazione, resa ancor più drammatica dalla spaccatura nel Pd con il richiamo delle minoranze a un ripensamento, ad una apertura al dibattito, eliminando la seduta fiume, un modo per strozzare il dibattito, una umiliazione del Parlamento. La linea della minoranza Pd era stata anticipata da D’Attorre nel corso dell’assemblea de gruppo quando Renzi aveva affermato che “è in atto il tentativo di bloccare il governo, se gli altri votano bene altrimenti andiamo avanti anche da soli”. D’Attorre aveva risposto che “le riforme non si possono fare a colpi di maggioranza” e aveva detto sì al dialogo col M5S. Anche Cuperlo aveva proposto di aprire alla richiesta dei cinque stelle e cioè di votare un emendamento sul referendum da loro presentato nel mese di marzo quando la legge tornerà in aula. Dice: “Non possiamo votare le riforme con l’aula mezza vuota”. Non era sembrata una richiesta massimalista, estremista come è stato detto dai banchi del Pd, con un presidente, Roberto Speranza che in sintonia con Renzi, nella riunione dl gruppo afferma. “Piuttosto che non fare le riforme, le facciamo da soli”. Poi ci ripensa e tenta una mediazione con le opposizioni. Dice il contrario di quanto aveva affermato poco prima. “Le riforme non si possono fare da soli. È un errore”. Ma ormai la fittata è fatta. L’emiciclo si svuota.
Difficile spiegare la corsa contro il tempo e la seduta fiume
Resta difficile spiegare perché non si poteva rinviare un emendamento, visto che la legge tornerà in aula verso la fine della prima settimana di marzo. Difficile resta anche spiegare perché la corsa contro il tempo, la seduta fiume, le notti buie e tempestose, le risse in Aula, gli scontri fra deputati del Pd e di Sel, i lanci dei fascicoli degli emendamenti, le offese, parlamentari che salgono sui banchi, l’arrivo inaspettato, notturno, di Renzi che ha cercato di convincere alcuni deputati di Forza Italia. “Sono otto mesi – riferiscono deputati che non vogliono essere nominati – che le riforme sono bloccate alla Camera. Se questa Camera non riesce a votare le riforme prendo atto che la legislatura è finita e si va a votare con il Consultellum, a me va benissimo”. Poi ha avvicinato esponenti del Nuovo centrodestra, stesso discorso. Parlano alcuni deputati fittiani, tra cui Pina Castielli. “Il Pd – avebbe detto il premier – ha fatto un accordo con Forza Italia sulle riforme, non sul Quirinale, facendo saltare l’intesa state portando Silvio Berlusconi nel baratro. Se andiamo al voto faccio chiarezza, dico al Paese quello che sta succedendo e noi stravinciamo”.
Scontri notturni, offese, lancio di fascicoli, “scambi” fra Pd e Sel
Una notte, un giorno, uno dopo l’altro, uno spettacolo che non fa onore ai deputati, lo ha detto anche la presidente Boldrini, che dovrebbero riempire i banchi dell’Aula, ma in tutti questi giorni di dibattito se ne sono visti meno di quattrocento. Hanno da fare altre cose. Si dice da parte dei renziadi, ma come è possibile che Sel stia insieme a Brunetta, ai leghisti, che M5s se la intenda con Forza Italia, che richiama l’Aventino, afferma “ vi faremo vedere i sorci verdi”, parla dell’arroganza del premier. Non facciamo i nomi perché ci vergogniamo per loro. Chiediamo: come è possibile che Renzi abbia fatto un patto di ferro, il Nazareno, che prevedeva non solo le riforme ma anche il presidente della Repubblica “condiviso”? Renzi forse non si rende conto di quanto sta avvenendo, preso dalla sua ossessione, vede nemici in agguato ovunque. Ha twittato: chiusura del dibattito sabato, “Senza se e senza ma”.
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