Due sanguinosi attentati jihadisti a Copenhagen: i fatti. L’omicida, Omar El-Hussein, aveva 22 anni ed era nato in Danimarca

Due sanguinosi attentati jihadisti a Copenhagen: i fatti. L’omicida, Omar El-Hussein, aveva 22 anni ed era nato in Danimarca

Nel primo pomeriggio di sabato 14 febbraio, ha avuto luogo presso il Centro Culturale Krudttonen una conferenza dal titolo “Arte, blasfemia e libertà”, organizzata per ricordare gli attentati contro Charlie Hebdo a Parigi lo scorso 7 gennaio. Alla conferenza, erano stati invitati, tra gli altri, l’artista svedese Lars Vilks, autore nel 2007 di una caricatura di Maometto, e per questa ragione aveva ricevuto dozzine di minacce di morte, e l’Ambasciatore di Francia in Danimarca. Per ragioni ovvie di sicurezza il luogo era protetto dalla polizia danese.

Verso le 15.30, giunge nel Centro Culturale l’assalitore, che, come si vede nel video diffuso dalla BBC, comincia a sparare mentre sta parlando la leader delle Femen ucraine, Inna Shevchenko, che s’interrompe prontamente, mentre in sala si cerca di mettersi in salvo. L’Ambasciatore francese in Danimarca, Francois Zimeray ha raccontato che tutte le persone si sono gettate a terra fin dall’inizio della sparatoria. “Intuitivamente”, ha detto l’Ambasciatore, “direi che fossero almeno 50 colpi da fuoco, ma i poliziotti, qui, ci hanno detto che erano almeno un centinaio. Alcuni colpi hanno bucato le porte”. Nel corso della sparatoria è stato ucciso un uomo di 55 anni all’esterno del Centro. Secondo i media danesi, potrebbe trattarsi del regista Finn Norgaard, e tre poliziotti sono rimasti feriti. I partecipanti alla conferenza sono stati accompagnati in un’altra sala del Centro Culturale, e vi sono rimasti per molto tempo. L’assalitore ha lasciato velocemente il luogo della sparatoria a bordo di una Volkswagen Polo, mentre la polizia si è lanciata subito alla sua ricerca. Poco più tardi l’auto è stata ritrovata a due chilometri a nord del Centro Culturale, nei pressi di una stazione ferroviaria.

Alcune ore dopo, la polizia ha diffuso l’identikit dell’omicida: “un uomo di 25-30 anni, di circa 1metro e 85 di altezza, corporatura atletica e in apparenza arabo, ma con una pelle più chiara del normale, capelli neri e radi”. Verso le 19 comincia la caccia all’uomo in tutta la capitale danese. Verso le ore 20, la segnalazione arriva da una telecamera di videosorveglianza, che riprende un uomo che corrisponde all’identikit. Poco più tardi, Helle Thorning-Schmidt, primo ministro danese, si reca al Centro Culturale e dichiara: “ora che sono qui, è per dire, a nome dei danesi, che la Danimarca non dev’essere così, anche se siamo pieni di disgusto”.

Verso le ore 23, la polizia di Copenhagen mette sotto sorveglianza l’appartamento dell’omicida, dopo aver saputo da un tassista che lo aveva accompagnato verso le 16.15, nel quartiere popolare di Norrebro, nel nord-ovest di Copenhagen.

Alle 0.50 di domenica 15 febbraio, circa 80 persone si trovano nella grande Sinagoga di Krystalgade, nel centro di Copenhagen, per partecipare ad una cerimonia religiosa. Il Tempio ebraico, anche se posto sotto stretta sorveglianza, viene attaccato a colpi di armi da fuoco. Un uomo di 37 anni viene ucciso. Si tratta di Dan Uzan, della comunità ebraica di Copenhagen, che svolgeva funzioni di guardia giurata presso il Tempio. Due poliziotti danesi restano a terra feriti, mentre l’omicida è fuggito a piedi.

Alle ore 5 di domenica mattina 15 febbraio, l’attentatore rientra nell’appartamento, dove viene bloccato dai poliziotti. Risponde aprendo il fuoco verso di loro. Nella sparatoria, l’attentatore viene ucciso.

Alle 11 di domenica mattina, la polizia danese, nel corso di una conferenza stampa, sostiene che l’omicida voleva imitare l’attentato di Parigi contro la redazione di Charlie Hebdo. Tuttavia, ha rifiutato di dare alla stampa altri particolari sull’omicida, se non che l’uomo, Omar El-Hussein, un 22enne danese con un passato violento, era già noto alle forze di polizia come un affiliato alla Jihad dello Stato islamico.

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