Patto del Nazareno. Filo diretto Verdini-Lotti a caccia dei voti. E circola una “lista nera”

Patto del Nazareno. Filo diretto Verdini-Lotti a caccia dei voti. E circola una “lista nera”

Parte il grande tour. Ma non è quello di Francia o il giro d’Italia. È il tour del Quirinale, tutti incontrano tutti, poi giovedì si vedrà. I bookmaker danno il primo voto delle Camere riunite in seduta comune in bianco, come dice la pubblicità che più bianco non si può. Poi si vedrà come evolvono le cose. Del resto, anche la situazione è talmente aggrovigliata che di più non si può, trasparenza che si richiederebbe per  atto fondamentale nella vita della nostra Repubblica che va a farsi benedire. Vendola propone un coordinamento delle sinistre per costruire un progetto comune

A sinistra, nel corso della conferenza di programma di Sel, Vendola propone un polo, un “coordinamento” delle sinistre che preveda la doppia iscrizione. Ognuno resta dove sta ma ci si mette insieme, a partire da febbraio per costruire un progetto comune. Civati, Fassina e Cuperlo annunciano che restano nel Pd  ma faranno battaglia per la scelta del candidato. Civati ha un po’ meno certezze. Bersani è ancora in attesa di vedersi con Renzi. Per quanto riguarda Forza Italia, Fitto mette una zeppa al patto dl Nazareno. “Se l’idea è l’obbedienza cieca e di un voto alla cieca la mia risposta non può che essere negativa, se invece –  dice – si discuterà del profilo del candidato al Quirinale il tema cambierà. Per quanto ci riguarda puntiamo ad un capo dello Stato autonomo, autorevole, e che non sia necessariamente espressione della sinistra”. Maurizio Gasparri aggiunge: c’è bisogno di “una figura condivisa, di garanzia per tutti”, ma “no a un monocolore Pd”.

Per il Colle, una matassa di cui è difficile trovare il bandolo

Questa la matassa, proviamo a trovarne il bandolo. Lunedì si riuniranno i parlamentari del Pd, ma non uscirà il nome o  la terna di nomi da sottoporre al confronto fra Pd e tutti gli altri gruppi, salvo, al momento, i Cinque stelle che si sono chiamati fuori. Martedì quindi sarà il giorno dei sondaggi. Nel frattempo Camera e Senato sono alla prese rispettivamente con la riforma costituzionale e con la legge elettorale: la nuova maggioranza, Pd, Ncd, Forza Italia, patto del Nazareno allargato, dovrebbe consentire di andare avanti: approvazione al Senato mentre alla Camera il testo sarà votato dopo l’elezione del Presidente della Repubblica. Stando al calendario del Pd giovedì mattina, solo qualche ora prima dell’inizio della votazione nell’aula di Montecitorio, verrà reso noto il nome del candidato. Se è così, perché lo stesso Pd, seguito nel caso, da Forza Italia, Ncd unito con l’ex Udc di Casini, dovrebbero votare scheda bianca per poi passare al voto sul nome al quarto scrutinio?

Perché  ai primi tre scrutini Pd, Ncd e Forza Italia voterebbero scheda bianca

La risposta è una sola: i tre partiti non sono certi di arrivare alla maggioranza richiesta dalle prime tre votazioni, i due terzi dei voti, mentre alla quarta la maggioranza assoluta dovrebbe esserci. Non è un bel segnale, un segno di debolezza, non un buon viatico per il nuovo Capo dello Stato. Tanta è la paura che, in attesa delle consultazioni ufficiali ci sono quelle clandestine, si fa per dire, perché ne sono tutti a conoscenza.  Anche con dovizia di particolari, raccontati ai giornalisti. Denis Verdini e Luca Lotti si tengono in contatto continuo.

Una “Nazareno’s list” con l’elenco dei parlamentari “buoni” e “cattivi”

Lunedì si vedranno per fare il punto e compilare una “Nazareno’s list”, l’elenco dei buoni e dei cattivi derivante dalla fusione dei dati di cui sono in possesso i due “esploratori” alla ricerca dei voti sicuri, di quelli incerti e di quelli che non ci saranno. Il Foglio ha pubblicato una lista che gira a Palazzo Chigi, piena di numeri, appunti, calcoli. Il Fatto raccoglie lo sfogo di un anonimo parlamentare pd: “Il premier scatenerà l’Armageddon minacciando le elezioni anticipate se non votiamo il presidente del Nazareno. E a chi verrà comprato di noi, con la promessa di una ricandidatura, sarà chiesta la prova di fedeltà” uno scatto del voto col telefonino, nel segreto dell’urna presidenziale.

Sel: Renzi ha cannibalizzato il potere legislativo, molto oltre Berlusconi

Ora torniamo a Milano, allo Human  Factor, all’incontro fra Vendola e esponenti della minoranza Pd. Vendola  non usa mezzi termini: “Il renzismo è la versione aggiornata del neo conservatorismo nella versione italiana”. “Il Patto del Nazareno è il momento di fondazione del Partito della Nazione. È il seppellimento della dialettica tra destra e sinistra, tra giustizia e ingiustizia. In questa ottica, il Presidente della Repubblica non deve essere il garante di un patto scellerato o dell’oligarchia, ma il garante della Costituzione”. Dobbiamo impedire che sullo schermo del Quirinale di proietti quel brutto film chiamato “patto del Nazareno”.  Poi il botto finale: “Giudichiamo negativamente il fatto che il potere esecutivo con Renzi abbia cannibalizzato il potere legislativo. Non come Berlusconi, molto oltre. Dobbiamo far recuperare sovranità al Parlamento”.

La sinistra del futuro non può essere la somma algebrica di quelle del passato

E subito dopo avanza la proposta: “necessario creare un ‘coordinamento’ delle sinistre, che riunisca i diversi soggetti, anche dal basso, per un lavoro comune”. “Abbiamo il dovere di pensare che davvero non c’è un papa straniero, un carismatico leader, ma la costruzione di una leadership collettiva che è l’unico motore della sinistra”.  “Possiamo immaginare la nascita di un coordinamento, non fatto da leader, ma da rappresentanti di forze politiche, organizzazioni e associazioni collettive intere”. Dovrebbe lavorare tutto il mese di febbraio per “decidere delle campagne nazionali che provochino un rimescolamento dei popoli. In questo coordinamento e nella sua proiezione a questi compagni deve essere consentita la doppia tessera o la doppia militanza. Poi ci ritroveremo in primavera per fare il punto e ad insediarci nelle università, nelle scuole, creando delle Camere dei diritti e della solidarietà – ha concluso. Non possiamo essere la sinistra del futuro se siamo semplicemente la somma algebrica delle sinistre del passato”.

La minoranza del Pd. Per il Colle una proposta unitaria di tutto il Pd

Cuperlo, Fassina, Civati, puntano molto sul fatto che  sul nome del candidato presidente ci sia un largo consenso. Dice Cuperlo: “Bisogna che il Pd discuta i criteri e il profilo di una candidatura autorevole, autonoma e in grado di essere ciò che deve essere: il garante supremo della Costituzione. Poi se su quella candidatura confluiscono altre forze politiche e c’è un largo consenso, un largo accordo nel Parlamento, questo fa soltanto del bene alla democrazia italiana”. “Mi auguro che ci sia una proposta unitaria di tutto il Pd seria, autonoma. Sarebbe un elemento che darebbe maggiore equilibrio e garanzia al percorso che ci apprestiamo a fare questa settimana”. La parola “autonoma” è significativa: non condizionata dal Patto del Nazareno. Fassina, per quanto riguarda la proposta di Vendola, dice: “Resto nel Pd. Bisogna lasciare da parte la discussione sui contenitori e bisogna lavorare molto sui contenuti. Non serve prendere scorciatoie sui contenitori”. Per il Colle afferma che “si dovrebbe lavorare a criteri condivisi”, ma pare che non ci siano all’interno del Pd. “Il nuovo presidente dovrebbe garantire autonomia, esperienza, conoscenza delle dinamiche parlamentari e autorevolezza. Dobbiamo trovare convergenza su questo e non è scontato”. Dice di concordare il vicesegretario Guerini ma sottolinea che “immaginare di eleggere da soli il presidente della Repubblica è immaginare qualcosa che non si può realizzare. Bisogna partire dal Pd, ma con la consapevolezza – avverte – che non siamo autosufficienti e che dobbiamo parlare a tutte le forze politiche presenti in Parlamento”. E si torna così al patto del Nazareno.

Civati: io un nome ce l’ho, Romano Prodi. Perché il segretario del Pd non ha mai speso una parola?

Pippo Civati taglia la testa al toro: “Io un nome ce l’ho: è Romano Prodi. Non so se lo avete mai sentito nominare. Non capisco perché il segretario del Pd non abbia mai voluto spendere una parola”. Ancora: “Vorrei che il candidato non fosse deciso da Berlusconi, da un veto di Berlusconi, dalla solita impostazione. Ci sono altre forze politiche in Parlamento. Basta guardarsi intorno. Dipende dal nome”. E non ha escluso l’ipotesi di andarsene, ma ha lanciato ancora un appello a Renzi per una reale apertura verso la minoranza del Pd. Ma non lo farà, dice, riprendendo quello che ormai è uno slogan di Renzi e dei renziadi “ce ne faremo una ragione”.  Il futuro del Pd si decide in questi giorni. Per ora la proposta di Vendola è messa nel frigo. Ma le porte si possono aprire, non ci pare siano chiuse a doppia mandata, sigillate.

Share

Leave a Reply