
Se matematicamente può apparire che che la deflazione comporti benefici per le famiglie più povere, in realtà la situazione è ben diversa. Analizzando con un occhio realistico ed attento i dati diffusi dall’Istat, infatti, questi confermano il malessere delle famiglie più povere che, a causa della caduta verticale del proprio potere di acquisto avvenuto negli ultimi anni, acquistano sempre meno e, aggiungiamo noi, hanno ridotto anche l’aspetto qualitativo dei prodotti acquistati. Una tendenza che condiziona fortemente l’andamento dei prezzi.
Tutto ciò dimostra quanto la crisi sia profonda e quanto incida in maniera determinante su ogni aspetto della vita delle famiglie, costrette a modificare le proprie abitudini ed i propri consumi. Basti pensare che, dal 2008 ad oggi, la spesa alimentare – l’ultima ad essere intaccata anche in periodi di crisi – ha subito una contrazione del -11,6% mentre le spese per la sanità sono crollate del -23,1%.Le famiglie maggiormente penalizzate sono quelle a reddito fisso, che oltretutto si trovano spesso nella condizione di fornire assistenza a figli e nipoti disoccupati.
Di fronte a questo allarmante scenario il Governo è chiamato a dare, con urgenza, risposte concrete. Il Quantitative Easing della BCE è un passo avanti nella giusta direzione, ma risulta ancora del tutto insufficiente per far fronte alla grave situazione in cui si trova l’economia del nostro Paese.
“Quel che è necessario è l’avvio di una politica keynesiana di rilancio: la situazione richiede con urgenza politiche economiche espansive di sostegno alla domanda. Quale modo migliore per fare ciò che ripristinare il reddito delle famiglie creando occupazione attraverso un Piano Straordinario per il Lavoro che punti su settori strategici.”
Nel dettaglio è necessario:far partire un piano di investimenti per lo sviluppo tecnologico (a partire dalla banda larga) e la ricerca; definire un programma per la valorizzazione ed il rilancio del turismo; avviare opere di modernizzazione, messa in sicurezza e realizzazione di edifici ed infrastrutture pubbliche.
Sia ben chiaro che ogni centesimo derivante dalla lotta all’evasione, agli sprechi, agli abusi, dai fondi e dai piani europei deve essere destinato categoricamente alla ripresa.
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