
Mega blitz della Polizia contro i manifestanti pro-democrazia di Hong Kong, che nella notte hanno cercato di occupare alcune strutture governative. Le forze dell’ordine hanno sgomberato i dimostranti rifugiatisi nel tunnel Lung Wo e hanno poi rimosso le tende dal Parco di Tamar, proprio sotto gli uffici governativi, dopo una lunga notte di scontri. Si tratta probabilmente dell’evento più violento da quando il movimento ha iniziato a protestare attivamente, il 28 settembre scorso. L’incursione della Polizia si è spinta fin dentro il campo di protesta. Gli scontri sono durati quasi dodici ore, dalle nove di domenica fino alle otto di lunedì mattina. La controffensiva delle forze dell’ordine, con scudi antisommossa, manganelli e spray al pepe, è scattata dopo che gli studenti avevano cercato di raggiungere la sede del parlamento: sono finite in manette una quarantina di persone, ma si contano anche decine di feriti, entrati in contatto con lo spray urticante. Alla fine la Polizia è riuscita a bloccare i due ponti che da Admiralty, il principale quartiere affaristico nonché il sito più grande dove si ritrovava il movimento di protesta, portava alla sede del parlamento di Hong Kong. Il tumulto è scoppiato poco dopo che i leader studenteschi avevano esortato i manifestanti ad assediare gli uffici governativi della città, nel tentativo di forzare concessioni alle loro richieste di elezioni democratiche. Il movimento Occupy Central, infatti, è in lotta per richiedere il suffragio universale e massima libertà nella scelta dei singoli candidati. Nessuna apertura è arrivata dai politici di Hong Kong che invece hanno ribadito ancora una volta che resta valida la decisione presa dal governo centrale cinese, secondo la quale le elezioni del 2017 saranno sì a suffragio universale, ma solamente tre candidati saranno autorizzati, dopo essere stati selezionati da un Comitato Elettorale fedele a Pechino.
Probabilmente il movimento di protesta non si arrenderà qui. Secondo Alex Chow, uno dei leader degli studenti, l’obiettivo è chiaro: “Il governo dovrà rispondere alle nostre richieste, l’azione continuerà fino a che non avremmo ottenuto tutto quello che vogliamo”. Lo scontro di questa notte è avvenuto al termine di una settimana di armistizio, nella quale i manifestanti hanno lasciato libero accesso a chi doveva attraversare le zone occupate per recarsi a lavoro. Solo una settimana fa gli studenti hanno perso un altro campo occupato nel quartiere Mong Kok. Quella volta furono arrestate circa 150 persone, tra cui due leader degli studenti.
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