
Sciopero generale giovedì, in Grecia. La giornata di lotta contro l’austerità è stata proclamata dalle due maggiori centrali sindacali del Paese, Adedy e Gsee. La federazione nazionale dei marittimi greci (Pno) ha aderito . Navi e traghetti resteranno ancorati nei porti dalla mezzanotte di oggi fino alla stessa ora di domani. La compagnia aerea Aegean ha reso noto che a causa della partecipazione allo sciopero dei controllori di volo ha provveduto a cancellare già 162 voli, 97 interni e 65 internazionali. Tutti i voli in programma sono stati cancellati dalla Olympic Air. Si prevede una forte partecipazione anche nei settori dei treni e dei bus. I dirigenti dei due sindacati prevedono che l’adesione allo sciopero e alle manifestazioni previste sarà molto alta. Cresce la disoccupazione, cresce la povertà, è il prezzo da pagare alla politica dell’austerità imposta alla Grecia dalla Ue, dal Fondo monetario internazionale. Proprio oggi il presidente della Commissione europea, Juncker , ha rivelato il grande bluff degli ormai famosi trecento miliardi di investimenti promessi per avviare una politica di crescita. Miliardi molto attesi che non ci sono, solo operazioni contabili, con la speranza che dai privati arrivino investimenti. L’annuncio dato da Juncker rende la situazione nel mondo del lavoro ancora più incandescente. Lo sciopero generale in Grecia non è un fatto isolato. Manifestazioni, iniziative di lotta, investono molti Paesi della Ue, dal Belgio, alla Francia, alla Spagna, alla Grecia appunto e in particolare all’Italia.
Sciopero dei metalmeccanici siciliani e manifestazione a Palermo
Il 27 novembre scioperano i metalmeccanici della Sicilia con manifestazione a Palermo cui prenderà parte il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. Si chiude così un ciclo di iniziative delle tute blu che ha visto scioperi generali e manifestazioni a Milano, Napoli, Cagliari e ora, appunto, nel capoluogo siciliano. E si apre quello della preparazione dello sciopero generale Cgil, Uil, e Ugl del 12 dicembre. Manifestazioni , scioperi nel settore delle costruzioni così come in tanti altri settori a partire dalla chimica, energia, tessili, danno il segno di una forte adesione alle iniziative sindacali. L’approvazione da parte del Parlamento del Jobs Act (contro la quale una quarantina di deputati Pd, o non hanno partecipato al voto o si sono pronunciati a sfavore), non ferma le iniziative sindacali. Susanna Camusso lo ribadisce per chi fa finta di non aver capito: “Non è l’approvazione in Parlamento del Jobs Act – dice – che ci ferma per cambiare norme che riteniamo sbagliate. Andiamo avanti serenamente”. Insieme alla mobilitazione verso lo sciopero generale la Cgil è decisa a non lasciare niente di intentato, individua un “nuovo campo” di iniziativa, senza lasciare il vecchio, quello delle piazze, delle manifestazioni, degli scioperi.
Le nuove regole sul lavoro violano la carta di Nizza
La segretaria generale della Cgil annuncia che si sta valutando “la possibilità di un ricorso alla Corte di Giustizia Europea: le nuove regole sul lavoro violano gli articoli 30 e 31 della Carta di Nizza”. Poi la promessa: “Ci penseremo, ci proveremo. Ma c’è bisogno di capire come vengono scritti i decreti”. Il Jobs Act tornerà in Senato il 2 dicembre. Già che c’è, il segretario generale della Cgil trova il modo di rispondere ai continui attacchi del premier, vere e proprie provocazioni. Camusso ricorda le parole che Renzi aveva pronunciato dopo l’incontro nella Sala verde: “Il presidente del Consiglio concluse l’unico incontro che abbiamo avuto alla sua presenza dicendo che i ministri avrebbero discusso con le parti. Siamo sempre in attesa – dice – di vedere se è un annuncio o una cosa che si determina realmente”.
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