
‘Contrordine compagni’ l’annuncio che era stato fatto da un simpatico Sottosegretario alle Comunicazioni, è destituito di fondamento, almeno per ora. Il Canone destinato a pagare il servizio pubblico radiotelevisivo, finirà nella bolletta dell’energia elettrica, ma non a gennaio 2015. Palazzo Chigi ha stoppato l’abile Sottosegretario, che si è troppo sbilanciato in ‘comunicazioni’: “La riflessione in atto per ridurre e semplificare il canone – hanno puntualizzato fonti di Palazzo Chigi – è strategica ma appare improbabile che l’ipotesi di metterlo in bolletta possa maturare entro questa legge di stabilità visti i tempi tecnici troppo stretti”. Dunque, tutto sfuma. Nel primo pomeriggio quello che sembrava solo un annuncio, sembrava realtà, con buona pace per i tanti, troppi evasori, che dovevano adeguarsi, ai cittadini onesti che l’abbonamento, lo hanno sempre pagato. L’annuncio era stato dato dal Sottosegretario alle Comunicazioni, Giacomelli, nel corso di una trasmissione a 24 Mattino, che era addirittura entrato nel merito precisando che il provvedimento “riguarderà solo la prima casa”, escludendo “in linea di massima la seconda casa”. A seguito dell’annuncio shock si era immediatamente fatta anche una simulazione su quanto entrerà nelle casse dell’Erario, tra gli 800 e i 900 milioni di Euro e visto lo straordinario recupero impositivo, si era anche ipotizzato l’ammontare del nuovo Canone 60-65 euro, ovvero la metà di quanto gli onesti pagano ora. Resta in piedi, per il futuro la griglia di chi sarà tenuto a pagare questa tassa. Innanzitutto chi ha un contratto di fornitura elettrica. Il Sottosegretario Giacomelli, giudica poi fuori dal mondo alcune delle regole che oggi sono a presidio della tassazione: “La norma prevede la tassa in base al possesso del televisore ed è una norma anacronistica. Se la tassazione rimanesse legata a quel concetto dovrei dire il possesso di un apparecchio televisivo, oppure di un pc, oppure di un tablet, oppure di uno smartphone, oppure di ogni altro device atto a ricevere il segnale. Vuol dire fare una norma con prescrizioni molto ampie e molto dure ma sostanzialmente inapplicabile, in altre parole prendere in giro e continuare a consentire l’evasione. Quindi noi identifichiamo l’elemento unificante, che è l’alimentazione dei diversi device e quindi, il contratto di fornitura elettrica.
Contiamo di presentare in Senato un emendamento alla legge di stabilità per inserire questa norma con l’intenzione di renderlo effettivo già da gennaio dell’anno prossimo. Con questo strumento consideriamo di recuperare in modo pressoché totale l’evasione. C’è un’evasione per cui siamo tra i primi in Europa che è attorno ai 600 milioni per un canone che è oggettivamente tra i più bassi in Europa”.
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