
“Risponderanno i lavoratori”: è di poche parole Maurizio Landini, non ha voglia di sprecar tempo per replicare al presidente del Consiglio e segretario del Pd, Matteo Renzi , alle sue volgari accuse rivolte ai “sindacati che passano il tempo a cercare scuse per scioperare”. Non basta. Renzi paragona Susanna Camusso a Matteo Salvini, quello della Lega. “Sono due facce della stessa medaglia – dice – due leader della protesta”. Il segretario della Cgil intervenendo a Bologna ad una assemblea dei lavoratori in preparazione dello sciopero generale, è stata parca di parole nei confronti del premier. “Irrispettoso”, gli dice la Camusso, e non dovrebbe essere un bel sentire, per uno che gira il mondo fino al Kazakhistan, dove si possono trovare le pellicce più pregiate del mondo, quelle di Astrakan, dandosi le arie di grande statista. Attacchi che un premier non si può permettere, e che considera anche i lavoratori degli allocchi, visto che partecipano in massa a scioperi e manifestazioni che si stanno svolgendo in tutto il paese. E perdono il salario di una giornata per far felici i sindacati, questa la tesi, si fa per dire, renziana. Lavoratori fra i quali, magari, ci sono anche coloro che hanno, o avevano, in tasca la tessera del Pd. Verso i quali non si può che notare, basiti noi, il silenzio, non una parola di solidarietà.
Da tutto il Mezzogiorno e dal Centro le tute blu: sarà una grande manifestazione
Non ha tempo Landini impegnato in un tour de force, scioperi dei metalmeccanici e sciopero nazionale. E negli spazi liberi la presenza nelle televisioni e nelle radio. Prima è andato nelle fabbriche del Nord, di alcune regioni del centro Italia. In questi giorni, il segretario generale e tutti i dirigenti della Fiom hanno “girato” per fabbriche in Campania, Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria, Basilicata. Venerdì, lo sciopero generale di otto ore e la manifestazione a Napoli. Il corteo partirà alle 9,30 da Piazza Mancini per raggiungere Piazza Matteotti. Sembra che gli operai della Fiat di Pomigliano d’Arco raggiungeranno Napoli in limousine, per dimostrare che i lavoratori “se uniti raggiungono il potere”. L’auto, una Hummer limousine di 10 metri, partirà alle otto e trenta dai cancelli dello stabilimento Fiat Chrysler.
Sul palco, testimonianze dal mondo del precariato, della salvaguardia ambientale, di un delegato della Fiat di Pomigliano e gli interventi del segretario confederale della Cgil Franco Martini e di Maurizio Landini. Fra partecipanti, i lavoratori dell’Ilva di Taranto e delle Acciaierie di Terni. Cento pullman raggiungeranno il capoluogo. Tornano in piazza, scritte negli striscioni, nei cartelli, gridate dal corteo, quattro parole: “Lavoro, legalità, uguaglianza, democrazia”, lo slogan di questo autunno caldo.
Landini: Renzi non ha la fiducia del Paese. Non abbiamo intenzione di fermarci
Riusciamo a pescare Landini, benedetti telefonini, al volo. Partiamo dal Jobs Act con l’approvazione, magari col voto di fiducia, e poi con la legge di stabilità, verso il traguardo: non vi tolgono argomenti per le lotte e le manifestazioni che avete in programma? “Il governo può anche chiedere e ottenere la fiducia, certo che se la chiede vuol dire che pensa di averla . Ma chi pensa che in gioco ci sia solo l’articolo 18 fa un errore. Certo che c’è, ci mancherebbe e continueremo a batterci”. Prende fiato: “Renzi non ha la fiducia del Paese. Il premier ha fatto una scelta sull’articolo 18 che tende a riaprire un conflitto nel Paese. Noi dobbiamo invece unire il Paese. Non abbiamo alcuna intenzione di fermarci. Metteremo in campo qualsiasi azione possibile, sindacale e legale dentro e fuori le fabbriche. Il Governo si è messo d’accordo con Confindustria, ma Confindustria deve sapere che sulla strada di questa politica di riduzione dei diritti e dei salari non avrà vita facile”. Renzi vi risponde che “anziché passare il tempo a inventarsi scioperi, io mi preoccupo di creare posti di lavoro. Non mi rassegno, piaccia o non piaccia a chi fa gli scioperi, ai sindacalisti, ai gufi”. Ecco, dice Landini e si sente che fa uno sforzo per contenersi, “ancora i poveri gufi, ma quante gliene dice durante una giornata. Ma non può continuare a nascondersi dietro i gufi. Le politiche del premier non vanno verso diritti e tutele. Gli interessi delle persone che per vivere devono lavorare e che in questo Paese sono ancora la maggioranza non sono oggi l’interesse generale di questo Paese e non sono dentro alle politiche del Governo”. “ Noi –riprende- a questo Paese vogliamo parlare con questo sciopero, con quello generale, con la mobilitazione nei luoghi di lavoro, con le iniziative delle categorie”.
Nel Sud venti milioni di abitanti vivono in condizioni di disuguaglianza
E a Napoli la giornata di domani assume un particolare valore. Mentre Renzi non ricorda che nel vocabolario italiano esiste la parola “Mezzogiorno”, la manifestazione delle tute blu rappresenta un richiamo forte e fermo al governo, alle forze politiche, alle associazioni degli imprenditori. Dice il segretario generale della Fiom Campania, Andrea Amendola: “Intendiamo dare visibilità alle drammatiche condizioni nelle quali versa il Mezzogiorno, penalizzato dalle scelte sbagliate di questo governo. Vogliamo che sia una manifestazione pacifica e ricca di contenuti”. E l’importanza della scelta del capoluogo campano è stata sottolineata dai segretari generali Cgil Campania e Napoli. Franco Tavella e Federico Libertino hanno sottolineato l’importanza della scelta del capoluogo campano come sede della seconda grande manifestazione: “Non sarà solo protesta ma anche proposta – ha precisato Libertino – in alternativa a ciò che fa il governo. Nel Mezzogiorno non si investe da anni, bisogna invertire questa tendenza”. E Tavella sottolinea che “il governo con le sue scelte produce un dibattito stucchevole sulla libertà di licenziare e distrae l’attenzione dal vero dramma di questo Paese, il Mezzogiorno, dove ci sono venti milioni di abitanti che vivono in una condizione di disuguaglianza che viene totalmente ignorata”.
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